30 giugno 2009

Alchimia ai lavori





Questa è una sfida: una piccola imbarcazione ior di 8 m un sesta IOR classe in lamellare di mogano,il refitting consiste nel mettere a posto l'albero che è stato un poco "cannibbalizzato" da degli attrezzatori dilettanti e la coperta che va rinforzata nella lunga tratta tra la paratia dell'albero e quella della companionway- Il motore è un lombardini 8-9 hp nuovo con elica a due pale a becco d'anatra.

19 maggio 2009

motorsailers





refitting al FYF


c'è stato un convegno sul refitting al fano yacht festival.
tra i partecipanti diversi cantieri storici della East Coast domestica.
Più avanti avremo del materiale da pubblicare,per ora basta il consenso unanime alla proposizione: la barca in legno lamellare fatta da un cantiere buono e con un buon architetto alle spalle se "ricondizionata" diventa meglio del nuovo sostanzialmente a metà prezzo. Bisognerebbe verificare ancora se il mercato ci segue.
Se qualcuno sa di refitting in corso ce lo faccia sapere.a presto

14 aprile 2009

http://www.newyorker.com/online/blogs/tny/2009/03/the-making-of-the-plastiki.html


non è refitting ma sono sicuro questo video sarà interessante per molti di noi.

20 marzo 2009






questa volta raccogliamo una sfida interessante.
Quella in fotografia è la barca di un amico che sarebbe ineressante per il refitting
"bricolage"
Come possiamo vedere c'è una grande differenza tra gli interni che sono in forma quasi perfetta e l'esterno che ha subito sole e salino tutti questi anni.
Per "rimettere a nuovo questa barca bisogna concentrarsi sulla verniciatura dei fianchi,sulla attrezzatura di coperta,sugli alberi.
La maestra per quanto ricordo ha un albero Selden con rullaranda in effetti abbastanza aggiornato.
La carena di questa barca ,come vediamo dalle uscite di poppa è onesta.Chiude a punta senza affinarsi troppo ed in effetti la barca,nonostante il peso che si ritrova si muove bene,a motore fino alle prime ochette,poi a vela col suo passo.
La bolina si sa,non era la caratteristica di questi ketch di stefini per via delle diagonali troppo piene. Al prossimo giro parliamo di queste diagonali (un tipo specifico di linee d'acqua e del piano Velico.
Mi sembra che anche il motore si a stato ricostruito da poco, tuttavia penso sarebbe da rifare il rivestimento del cofano motore.

08 marzo 2009





Un altra barca che vale la pena sicuramente di ristrutturare è questa ,molto yankee ma pronta per l'oceano

21 febbraio 2009



Questa volta vorrei farvi sognare con una barca bellisiima costruita in alluminio da un cantiere olandese k&m poco noto in Italia, ma che ha una conoscenza profonda del materiale.Le linee sono classiche,una barca definitiva,da passare a figli e nipoti.

Specification Bestevaer65S USHUAIA
Design:Dykstra&PartnersYard
:K&M Yachtbuilders Year of Construction:2003
LOA:20,04m LWL:17,73m Beam:4,55m Draught:2,80m
Material:Aluminium
Displacement:28,2ton
Sloop
Winches:Lewmar4 x hydraulich
Cabins:1xowner,2xguest(3x2)
Instruments:Brooks&Gatehouse
Engine:Steyr168hpBowthruster:
Hydromar,hydr.retractable
Mast:HallSpars,carbonfibre
Watermaker:Spectra,160lperhourWater:840l
Fuel:1200lGrey/Blackwater:150l+200lExtras:
Victron generator
DVDw/flatscreen A/C in owner scabin Biminicover etc.

Sicuramente il refitting di una barca di questo genere non è troppo impegnativo si tratta probabilmente di adattare gli impianti ed in primis la strumentazione elettronica alle esigenze del nuovo armatore.
Chi volesse fare una gita in olanda per andarla a vedere si troverebbe circondato dalle affettuose attenzioni dello staff del cantiere formato da diversi velisti e appassionati.
Il prezzo attorno a 1,5 M € tasse comprese non è male.

17 febbraio 2009





Come si può vedere guardando bene la foto i fianchi della barca argentina sono da riprendere. Mentre la verniciatura in sè può essere anche relativamente rapida-mezza girnata per due persone-la preparazione del fasciame sarebbe invece più lunga circa 2 h per metro quadro- Il profilo scelto, usando l'alchidica monocomponente,è quello di ottenere un prodotto finale molto elastico in grado di seguire i movimenti del legno anche a scapito della brillantezza. Se non c'è polvere viene comunqe un lavoro molto bello.

12 febbraio 2009

Una buona barca da risistemare


1967 German Frers Sloop 36 Sail Boat For Sale Croatia

HUGE PRICE REDUCTION TAXES PAID

This German Frers 36 is a 1967 classic sloop built in Argentina
at the Astilleros Samiento yard Buenos Aires.
She has had 3 Atlantic crossings, the last being in 2007
from Argentina to Croatia Europe, where she is currently at berth.


Length 11.58 meters
Beam 3-00 meters
Draft 1.57 meters
Displacement 9000kg
Keel longkeel from Iron at around 3000kg
Diesel capacity: 150 l
Water capacity: 300 l
Material South American Cedar (cedro) on South American oak (virara).
Plus all frames are braced with bronze straps.
Decking all teak decking including the coach roof (in very good conditiom).
Steering tiller
Engine 3GM 27 h.p yanmar (diesel)NEW IN 2006!
Berths 6 berths
Designer German Frers Model Dorado B


All fittings are original. Her 6 winches are bronze with bronze handles,
bronze turn buckles for the stays and 3 copper funnels on the coach roof.
She has 2 anchors (bow and stern)
2 main sails,(oneil)
2 genoa sails(north sail)
1 spinnaker (north sail).
In the heads is a toilet and a marble wash basin with mirror.

Year: 1967
Current Price: EUR 24,900 Tax Paid
(US$ 32,188)
Located In Adriatic, Croatia
Hull Material: Wood
Engine/Fuel Type: Single Diesel YW# 72731-1979200

09 febbraio 2009

salone di dusseldorf

Il 20 gennaio sono stato a Dusseldorf al salone nautico per capire qualcosa della crisi e qualcosa della propulsione ibrida.

Ho visto una barca a vela senza le vele di Van de Staad* lunga una decina di metri, molto leggera (2000kg) e con un motore di 30 hp.

Mi sembra una barca adatta al fiume o al lago. Molto mogano lucido, una barca che ha bisogno di un armatore premuroso, la gestione economica è dovuta al basso consumo, la carena tonda non mi convince del tutto, la barca è stretta in mare rolla.

Sempre per fare fronte alla crisi Jacopin* invece presentava un prototipo di barca a motore da 10 m, un cruiser vero con la cucina e le cuccette.
4500 kg con un motore da 70 hp + batterie, inverter, pannelli fotovoltaici, una barca più completa da 10 nodi.

Se vogliamo proprio criticare non sono stati fatti molti ragionamenti sul peso, in fondo l’energia spesa nel muovere la barca è commisurata al suo peso quindi sarebbe conveniente fare barche leggere,( epossidica, nido d’ape, unidirezionali , strutture incollate invece che fascettate) restando in quella fascia di media tecnologia che non costa troppo e rende dal punto di vista del dimagrimento.

A proposito di leggerezza ho visto le batterie al litio di Mastervolt che si sposano magnificamente ai sistemi moderni di distribuzione.
Questi sistemi usando un bus digitale per i comandi mettono le protezioni vicino alle utenze rendendo il quadro elettrico e le sue connessioni un leggero gadget al posto dei pesanti armadi ventilati che si vedono su alcune unità.

Riguardo all’energia, Fisher Panda proponeva il generatore a 24 volt (sapete che la 24 V a differenza della 220 si può stivare) le batterie Optima, anche loro con sofisticata tecnologia che non ho capito, e le utenze a 220 coperte da 1-2-3-inverters da 3kw l’uno. Sempre nello stesso stand si poteva vedere Victron Quadra una macchina elettrica che accorda fino a 4 fonti di CA, tipo due generatori, la banchina e l’inverter, ( la lavatrice ad esempio viene azionata dalla corrente di banchina, quando però centrifuga o scalda l’acqua e ci vuole un poco di potenza in più e gliela cede l’inverter,l'accordatore procede istantaneamente a metterle in fase.)

Ma non finisce qui c’era un bello stand delle barche d’epoca(un 30 mq mi ha lasciato a bocca aperta) gestito da uno yacht club con tanto di attrezzatore che impiombava, intrecciava paglietti e parabordi di cima,calafato e carpentiere, proprio come a bordo della nave.

Per ultime ho visto delle belle barche olandesi di alluminio,troppo forti,perfette con uno stile moderno e marino nello stesso tempo. Fanno venir voglia di mollare gli ormeggi.

Un bel salone –direi-.

29 gennaio 2009


Il legno è un materiale vivo e per questo ci attrae, ma ci costringe anche a perdere molto tempo libero nella manutenzione, per ovviare a questo vi sono due strade la workboat oppure la barca in legno lamellare protetto da tessuti di vetro incollati con resine epossidiche.


IL LEGNO.

Io inizierei a parlare delle barche di legno perché il legno è il materiale più antico e quello sul quale l’uomo ha più esperienza.

Il legno ha pregi e difetti . Nella costruzione di scafi e coperte soprattutto ha il difetto di lasciare passare l’acqua nelle giunture tra le tavole.

Il legno quando assorbe l’umidità si dilata mentre quando la perde si contrae cosicché questo movimento allenta la chiodatura, crea fessure, vie d’acqua,veri danni o come minimo inestetismi.

Il problema dello yacht è anche questo: per potersi dire tale, per dare piacere all’uso “deve” essere tenuto al meglio e quindi mal si tollerano le imperfezioni.

Il legno ha anche dei grandi pregi. Pensiamo ad esempio al fatto che, quale che sia il materiale dello scafo e della coperta, gli arredi interni saranno in legno, che appena ce lo possiamo permettere sotto i piedi vogliamo un ponte in legno. Il legno in definitiva è un materiale che piace è molto “umano”.

Se all’interno della imbarcazione gli arredi sono ben protetti dagli agenti atmosferici, all’esterno il ponte in teak si ingrigisce per lo smog, si consuma col calpestio, soffre il lavaggio con i detergenti troppo forti. Anche se usata bene una coperta in teak di 8 mm nominali non dura più di 15 anni, perché il legno resiste poco alla abrasion soprattutto trasversalmente alla fibra, basta che una cima da ormeggio sfreghi e subito si crea un dente. Nonostante questo il legno è molto ornamentale e spesso viene messo in mostra dalla finitura a coppale. Questa vernice soffre il sole e va coperta o rifatta tutti gli anni, è una scelta gravosa per chi si fa la manutenzione da solo. Rifare un fregio a coppale può essere un divertimento invece diventa un notevole impegno quando le superfici da coprire sono grandi . Un altro nemico del legno è la pioggia. Dove non vi sono teredini (animaletti che mangiano il legno sott’acqua) l’acqua di mare fa bene al legno l’acqua dolce No. Se l’acqua dolce ristagna sul legno con uno scarso ricambio d’aria si creano prima muffe, poi funghi che “letteralmente” mangiano il legno. In particolare la testa dei bagli e delle costole, i dormienti ed altre parti poco areate sono soggette a questa”malattia”. Spesso quindi il proprietario di una bella barca col legno a vista legno si trova nella antipatica posizione di chi, proteggi la barca dal sole, proteggi dalla pioggia, fai le coppali, dai l’olio paglierino agli interni, stagna il comento aperto sul ponte, alla fine il tempo rimanente per andare in barca è molto poco, si tratta soprattutto di un grande esercizio di bricolage e spesso anche di una lunga lista di lavori al cantiere.

Chi invece volesse mantenere una barca in legno di carattere più ispirata al lavoro che non al diporto allora, sempre che tutto il legno sia protetto dalla pittura che mantiene più costante il livello di umidità, una mano di pittura, oltre ovviamente alla antivegetativa, ogni tre anni può bastare.

Un discorso ancora diverso, ed intermedio, tra i due va fatto per le barche protette col West System o altre “diavolerie” della chimica moderna.

Se i fianchi della barca sopra al galleggiamento, costruiti con tecnica lamellare, incrociata o strip planking, sono rivestiti da una stuoia di vetro incollata con colla epossidica allora si ha una costruzione mista che, a seconda di quanto faccia conto, per quanto riguarda la robustezza generale, sulle pelli di vetro può essere una costruzione in composito a sandwich con anima in legno o una costruzione in legno rivestita di composito.

In tutti i casi otteniamo un prodotto molto stabile e robusto che si comporta come il legno quanto a umanità ma come la vetroresina in quanto resistenza agli abusi

27 gennaio 2009

Quattro barche dasottoporre a refitting
storebro ,wilster,laureen,sangermani.
Sono barche sul mercato tra 45 e 65k€.
costruite molto solidamente da cantieri conosciuti con materiali di prima qualità-Agiungendo dai 19 ai 25k€ si può ottenere un refitting professionale
per aggiornare le imbarcazioni alle esigenze d'oggicon la possibilità di partecipare alle manifestazioni per gli yacht classici.

refitting

Refitting

tutte le volte che vado a vedere una barca usata non posso fare a meno di pensare quanto

questa barca abbia ancora da dare e quanto bisognerebbe spenderci per essere contenti con

lei, per portarci amici e famiglia con tranquillità.

Nelle barche a vela, ad esempio, sono un maniaco nella manutenzione delle vele e delle manovre

correnti per cui quando vedo scotte drizze rovinate,vele macchiate ecc mi innervosisco, perchè è

vero che una vela macchiata può essere ottima -ricordo quando facevo le regate: “Antala”

aveva un genova leggero vecchio e macchiato, ma di taglio perfetto che spingeva la barca in modo magnifico senza bisogno di cazzare troppo scotte e drizze- ma andare in barca è anche un fatto di orgoglio, non tanto l'orgoglio di avere una barca grande o piccola ma di averla bella e

perfettamente adatta al mare.

Refitting, significa proprio rendere adatto di nuovo; la maggior parte delle barche ha dei limiti

soprattutto nella robustezza degli accessori. La barca,l'oggetto stagno per eccellenza, deve

comunque avere oblò, passauomo, finestrature, maniche a vento e spesso questi elementi non

mantengono nel tempo il grado di impermeabilità richiesto perchè le materie plastiche si

deteriorano facilmente col sole, quindi le siliconature o le guarnizioni o le chiusure non tengono

quanto necessario. Una volta verso ponente, fuori da cap d'Antib, incontro un onda lunga da

libeccio piuttosto fastidiosa, quando d'improviso si mette il maestrale ed incomincia a soffiare

come un dannato, le onde diventano frangenti e il mare rompe in coperta. Il motorsailer regge

bene il mare: 7 nodi, motore a 1500 giri, randa terzarolata, ma da tutti i vetri della tuga

passa l'acqua che incomincia a macchiare il mogano sottostante, un incubo, cerco ridosso dietro al promontorio, ma il tempo peggiora così entro in porto, ci saranno stati 25 nodi,non troppi direi, ma stavo facendo dei danni.

Vediamo sempre le barche ferme al marina o nel raggio di 10 miglia, ma se le barche non sono

manutenute gli armatori si sentono incerti e fanno bene a non prendere il mare che è pur sempre

affrontare un pericolo.

E'vero, le vie d'acqua sono in mare le cose più pericolose e preoccupanti.

Talvolta le tenute dei timoni o dell'asse elica fanno acqua e spesso, col tempo cattivo non è

facile migliorare la situazione e dare un paio di giri alla baderna, per fortuna al giorno d'oggi è possibile mettere una buona tenuta stagna. Godere della modernità, anche questo fa parte del refitting. Una volta si accettavano scomodità come quella dell'asse elica che goccia, che oggi

sono state superate. Ad esempio succedeva che la cuffia dell'albero non fosse stagna al

100% e che qualche goccia percolasse dalla canala o dai fili dell'impianto elettrico dentro

l'albero, allora succedeva, lasciando la barca sola, di aprirla e trovare molta acqua sotto ai

paglioli: saranno i perni del bulbo che trafilano?,una presa a mare rotta?allora si assaggiava l'acqua per sentire se è salata, ora con Spartite, ad esempio,l'acqua dalla cuffia,non passa più.

Un altra cosa che rompe le scatole è trovare il motore tutto salato. In sala macchine si va

malvolentieri: è stretta e si rischia di sporcarsi. All'inizio di stagione tutto era posto eppure

adesso il motore è salato, dove sarà la perdita, speriamo sia un tubo dell'acqua, perchè se è lo scambiatore bucato sono soldi che vanno.Gli zinchi del motore e i tubi in gomma in sala macchine

sono sottoposti a forti stress. Bisogna cambiarli spesso a partire da quelli dell'acqua e del

gasolio, un poco meno quelli dei fumi di scarico.

Poi ci sono le novità, l'elettronica 20 anni fa era agli albori,non c'era quasi nulla, ora il radar,

l'ecoscandaglio, il plotter sono in tutti i cabinati e non se ne può fare a meno anche se spesso

il loro inserimento nel vecchio pannello non è agevole e le applicazioni staffate sicuramente non

migliorano l'estetica ma è sempre giusto montare l'elettronica adatta alle navigazioni da

intraprendere

Come si dice: “stucco e pittura fanno bella figura” non c'è nulla che ravvivi l'aspetto come una

verniciatura fatta bene con prodotti moderni ad alta lucentezza, tuttavia una bella lucidata ed

anche solo rifare le striscie accontenta molto l'occhio,così come ci sono parecchi ravvivanti per il legno, la tappezzeria, la plastica, l'alluminio. Questi sono prodotti che costano, ma danno belle soddisfazioni, se usati bene. Spesso il marinaio non ha abbastanza pazienza non fa bene il

decapaggio o la lucidatura così alla fine il prodotto non raggiunge l'obiettivo previsto, ci vuole esperienza per ottenere il massimo.

Ma non cè solo la parte cosmetica. Acciaio e alluminio si corrodono,la vetroresina fa l'osmosi e si affatica perdendo con l'uso parte delle sue proprietà, il legno necessita di parecchia manutenzione altrimenti marcisce. Le tecniche di ispezione non intrusiva come gli ultrasuoni e la termografia ci permettono di toglierci qualche soddisfazione anche rispetto alla struttura della barca ,ad

esempio queste barchette da regata fatte in poliestere sono dotate di appendici ad alto

allungamento che generano sforzi molto forti nel materiale ;tra dieci anni queste barche non

potranno essere vendute senza una ispezione,senza chiarire se gli sforzi di taglio generati da questo tipo di appendici abbiano o no "stancato" il laminato.

Un ultimo punto per un discorso generale: ci sono barche che vale la pena mettere a posto e altre no. L'atteggiamento più coscienzioso per avvicinarsi alla barca usata è quello di tenere in tasca un 30% della somma totale per il refitting per godersi una barca con gli impianti rivisti con frigo che raffredda e gas sicuro, adatta al mare, riverniciata, con i motori e le vele in ordine. Usando questo approccio ci si rende conto che le barche artigianali sono più facili da ristrutturare e ,

soprattutto se dietro cè un buon progettista o un cantiere conosciuto, mantengono un buon valore

nel tempo per cui vale la pena spenderci i soldi per salvarle da noi stessi e dal tempo che passa.

Barche scelte:

Ho scelto alcune barche 10 m a motore e 12 a vela pensando ad un armatore che abbia 70 kda spendere e voglia affrontare il refitting.